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Cannibalismo: perversione o nutrimento?

 

     Sebbene ciascuno di noi sia composto di carne e questa sia uno dei principali alimenti per una buona alimentazione (quasi) nessuno di noi si sognerebbe mai di avere per cena una parte del corpo di un nostro simile. Tuttavia, se fossimo esistiti alcuni secoli fa e avessimo fatto parte di qualche tribù africana la nostra prospettiva sarebbe stata assai diversa. Sono, infatti, esistite tribù che ricorrevano a pratiche cannibaliche come forma di autosostentamento altre, invece, che vi ricorrevano per fini prettamente religiosi. Oggi fortunatamente, grazie alla civilizzazione pressoché totale delle aree in cui i riti cannibalici erano cosa comune, ciò è venuto meno. Nonostante questo, però, i cannibali esistono ancora, ma non si tratta più di una questione etnico-culturale, ma di un impulso volto a soddisfare delle fantasie perverse individuali. I cannibali contemporanei sono, infatti, delle persone affette da sindromi mentali patologiche o quanto meno da disturbi della personalità tali da trasformarle in dei veri e propri serial killer ossessivo – compulsivo. Il fine di questo lavoro, quindi, sarà quello di fare una breve carrellata sui motivi che nel corso della storia hanno spinto l'uomo a cibarsi del proprio simile, per, poi, soffermarsi più dettagliatamente sugli aspetti criminologici connessi alla pratica antropofaga.

     IL FENOMENO IN GENERALE

     La nascita del termine.
     Il termine cannibalismo nasce in seguito a un'incomprensione. Quando Cristoforo Colombo approdò a San Salvador, la prima popolazione che incontrò furono gli indiani Arawak, da lui descritti come miti, pacifici e generosi. Accolto nei loro accampamenti, fu incuriosito da un termine che ripetevano ossessivamente. La parola in questione era “cariba” e nel linguaggio locale significava “coraggioso”. Tuttavia, il navigatore italiano la tradusse erroneamente nei suoi diari in “caniba”, “canis”, accostandola al vocabolo “cinocefali”. Tale termine veniva utilizzato nei racconti di viaggio e romanzi dell'epoca per descrivere gli uomini selvaggi dal muso di cane, spesso, abitanti delle Amazzoni. Nacque così il termine “cannibalismo” e, man mano che gli esploratori europei venivano a contatto con le reazioni bellicose dei popoli Amerindi, si caricò della connotazione metaforica di “uomo che mangia altri uomini”.

Classificazioni
La maggior parte degli antropologi dividono il cannibalismo in tre classificazioni:

a) Autocannibalismo: si tratta dell'atto di mangiare il proprio corpo (ex: mangiarsi le unghie o l'interno delle guance per autotorturarsi).
b) Esocannibalismo: tale termine è utilizzato per definire una persona che mangia un appartenente della tribù nemica. Si tratta di un cannibalismo praticato per vendetta estrema o perché si pensa che mangiando il proprio nemico si acquisti la forza e i poteri della vittima. Tipici esempi di popolazioni esocannibaliche sono costituite dalle tribù neozelandesi dei Maori e da quelle brasiliane dei Tupinamba.
c) Endocannibalismo: forma di cannibalismo consistente nel mangiare le persone della propria tribù e più specificatamente i propri consanguinei. L'endocannibalismo è principalmente un rituale funerario e viene praticato per venerare i morti. Gli indios Yanomami dellAmazzonia, che praticano questa tipologia di cannibalismo, usano mangiare minuziosamente le loro vittime, arrivando anche a polverizzare le ossa degli infanti, per poi mangiarle con un brodo di banane.

     Un'altra classificazione, particolarmente considerata nella letteratura antropologica, ci viene offerta dal tedesco Ewald Volhard. All'inizio del 1900, Volhard era un giovane antropologo con un ostinato interesse per l'antropofagia. Non particolarmente convinto delle classificazioni elaborate dai colleghi dell'epoca, si gettò anima e corpo nello studio della materia. Spostandosi in varie aree del mondo, raccolse numerose testimonianze e, alla fine, stilò un'innovativa classificazione suddividendo le pratiche cannibaliche in quattro distinti gruppi.

•  Il cannibalismo profano: si tratta di una pratica scevra da ogni componente spirituale e fondata esclusivamente sul desiderio dell'autore di cibarsi di carne umana, per una volontà prettamente personale. Per dirla con altri termini, il cannibale non è influenzato da credenze etnico-religiose, ma agisce perché “goloso” di questo particolare “alimento”.

•  Cannibalismo giuridico: consiste in una tipologia di punizione che viene inflitta dai membri di una tribù a coloro che, nell'ambito della stessa, si sono macchiati di crimini particolarmente gravi. Si tratta dunque della pena massima a cui un individuo può essere sottoposto. Con essa, infatti, il reo viene trattato come una bestia e sottoposto alle ire dell'intera comunità che lo divorerà seguendo un particolare rito. Non di rado, tuttavia, questa pratica si trasforma in una scusante per commettere omicidi gratuiti giustificandoli con false accuse di reati.

•  Cannibalismo magico: questo tipo di antropofagia si crea intorno alla superstizione che mangiando carne umana si riesca ad acquisire le forze, le qualità e le virtù della vittima. E' possibile dividere il cannibalismo magico in due sottocategorie: il cannibalismo magico in senso stretto, che deriva dalla credenza che il divoramento di un essere umano abbia un effetto speciale, non dando però importanza alla vittima stessa, e il cannibalismo realistico, che si basa sull'idea che mediante il divoramento di determinate parti del corpo (come cuore, fegato, grasso, reni, genitali etc) ci si appropri di qualità legate ad ognuno di questi organi. E' molto diffusa, infatti, la credenza che si può aumentare la potenza sessuale divorando i genitali, sia maschili che femminili. Chi commette il cannibalismo magico e realistico però non vuole assolutamente assumere l'anima della vittima, poiché essa non fa parte della carne, ma si vuole assumere la vita che, invece, è parte integrante con il corpo umano.

•  cannibalismo rituale: il cannibalismo rituale veniva effettuato attraverso dei veri e propri banchetti cannibalici collegati a delle cerimonie che si svolgevano secondo un particolare rito. Si dice che i primi cannibali rituali furono gli dei e che molte tribù abbiano iniziato a praticare questo tipo di antropofagia per venerarli e seguire quindi le loro orme.

Gerland Waitz, un famoso antropologo, spiegò questa tipologia con le seguenti parole: “originariamente il cannibalismo sembra esser stato connesso all'idea che si aveva nei riguardi degli dei, cioè che questi divorassero le anime umane per purificarle o per unirle a sé. Si divora dunque il nemico imitando gli dei, per impadronirsi totalmente delle sue buone qualità tanto spesso temute. Si divora i parenti per farli giungere più rapidamente alla beatitudine, esercitando simbolicamente l'attività degli dei, forse anche per legare le loro anime alla propria persona come spiriti tutelari ”.

     IL CANNIBALISMO COME PRATICA DI GRUPPO

     il cannibalismo rituale nelle tribù
    Negli ultimi anni si è creata una corrente di pensiero capitanata da Williams Arens , della State University di New York, che nel 1979, con un libro intitolato: “ il mito del cannibale – antropologia e antropofagia” inizia a mettere in dubbio l'esistenza di tribù cannibaliche. Ritiene che i ricercatori parlano di cannibalismo solo per un pregiudizio razziale nei confronti di popolazioni straniere e secondo lui i pochissimi casi accertati di antropofagia, sono da attribuire alla carestia e ad alcuni episodi di follia individuale. Le accuse di cannibalismo fatte agli Atzechi, secondo Arens, non sono altro che un modo dei conquistadores per giustificare i loro genocidi. Si creò a questo punto, una polemica molto accesa tra: “ anticannibalisti” e “cannibalisti”, questi ultimi fecero di tutto per trovare delle prove per dimostrare che Arens aveva torto. Uno dei primi ad andare contro Arens, fu Tim White che dimostrò che le accuse di macellazioni e cannibalismo rituale rivolte agli Atzechi dagli spagnoli non erano altro che calunnie. Invece a Mancos Canyon , nel Colorado, furono ritrovate le ossa di 17 adulti e 12 bambini, con vari segni che stavano a dimostrare che erano state vittime di cannibalismo effettuato ben 800 anni fa dagli Anasazi , che fu una della tribù più pacifiche e gentili che siano mai esistite. A dimostrare ulteriormente che quegli adulti e quei bambini erano stati mangiati da esseri umani fu Cristy Turner , che identificò tra le feci depositate nella zona adiacente al massacro, una proteina chiamata: Miogoblina umana che solitamente si trova nelle fibre del muscolo cardiaco.
     Non penso che la teoria di Arens sia completamente giusta, dopotutto è risaputo che tribù di posti come: Africa, Asia, Europa, Indonesia e Oceania sono molto devote agli dei e come si è già parlato nel cannibalismo rituale essi sono stati i primi a praticare il cannibalismo effettuando veri e propri riti, a questo punto ci si chiede perché una tribù che crede tanto in delle divinità non porti avanti le pratiche che loro effettuavano? Sarebbe un modo per dimostrargli rispetto e onorarli. Secondo alcuni studiosi ci sarebbero anche popolazioni, soprattutto in Europa, che fino al rinascimento hanno praticato l'antropofagia come metodo di cura. Per esempio gli antichi romani credevano che succhiando il sangue che fuoriusciva dalle ferite dei gladiatori dopo il combattimento ci si poteva curare dall'epilessia. Nella Cina imperiale ai tempi della dinastia Ming, si praticava il “ ko ku” che deriva dal confucianesimo e dal buddismo. Essi erano convinti che quando una persona era ormai in fin di vita e stava per morire l'unico modo per farla guarire era che la figlia o la nuora (raramente il figlio maschio) si tagliasse un pezzo di coscia e dopo averla bollita in un brodo la dovevano offrire al moribondo come pietanza curativa. Nel XVII secolo i medici europei curavano i loro pazienti dall'epilessia e dalla sifilide facendogli ingerire carne umana proveniente da condannati morti per impiccagione o decapitazione. A Londra esistevano dei Mummy Shop che erano forniti di medicamenti di questo tipo: tenevano la carne in acqua fredda per un giorno, dopo la cospargevano di mirra e radici di aloe, la immergevano nell'alcool e infine la appendevano per farla essiccare.

     CANNIBALI PER NUTRIMENTO

     Introduzione

    Fino ad ora abbiamo parlato del cannibalismo come pratica basata su credenze religiose o eseguita per venerare i nostri cari estinti, ma sono esistiti dei casi di cannibalismo per sopravvivenza, cioè persone che si sono trovate a dover mangiare un altro essere umano perché in quel momento era l'unico mezzo di nutrimento di cui disponevano. Questo tipo di cannibalismo solitamente viene operato su persone già morte, proprio perché non si sente il bisogno di ritualizzare l'atto e l'unico obbiettivo è mangiarle per tenersi in vita. Non ci sono molti casi inerenti a questa tipologia ma ne esiste uno di cui si è molto parlato, i sopravvissuti delle Ande, è accaduto circa 30 anni fa e vari mezzi di comunicazione gli hanno dedicato molto spazio.

•  I sopravvissuti delle Ande
Il 12 ottobre del 1972 partì dall'aeroporto di Montevideo un Fairchild F- 227, a bordo c'erano la squadra di rugby degli “old christians” composta da 16 giocatori, li accompagnano anche 20 parenti e sono presenti sull'aereo anche 5 persone dell'equipaggio. Complessivamente l'aereo ha a bordo 45 passeggeri. Sono tutti diretti a Santiago del Cile dove la squadra deve disputare una importante partita di rugby. Per colpa del maltempo il comandante dell'aereo si trova costretto ad atterrare all'aeroporto di Mendoza, una piccola città situata sul versante Argentino delle Ande. Il giorno dopo il tempo migliorò notevolmente e il Fairchild riuscì a riprendere il suo viaggio senza alcun problema. Alle 15:24 al pilota venne data l'autorizzazione di virare a nord e iniziare la discesa verso l'aeroporto di Pudhauel, alle 15.31 comunicò alla torre di controllo di trovarsi a 5000 metri di quota ma subito dopo quando la torre cercò di mettersi in contatto con loro non ricevettero risposta. Il pilota quando aveva virato non si era accorto della presenza di alcune montagne e andò a schiantarsi contro una di loro, l'impattofece rompere in due parti la fusoliera. 18 passeggeri morirono al momento dello schianto, altri 11 persero la vita in seguito per colpa del freddo che toccava i 40 gradi sotto zero e le ferite che si erano procurati ma i restanti 16 passeggeri tra cui molti giocatori della squadra riuscirono a sopravvivere anche se pochi di loro riuscirono a tornare vivi a casa. I sopravvissuti avevano a disposizione una radio che gli permetteva di ricevere notizie dal resto del mondo e li rassicurava quindi che le loro ricerche andavano avanti, ma dopo 11 giorni sentirono che erano state abbandonate le ricerche e a quel punto capirono che non potevano più contare sugli altri per la loro salvezza ma contare solo sulle loro forze e sulla loro voglia di tornare a casa vivi. Si ritrovarono a quel punto senza più speranze di essere ritrovati e decisero che era indispensabile trovare del cibo se volevano sopravvivere, ma cercare sostentamento a 4000 metri di altezza è cosa molto difficile. Erano giorni che quasi tutti loro pensavano a una cosa, cioè che l'unico alimento a loro disposizione erano i corpi degli altri passeggeri morti, furono due di loro a prendere la decisione, Fernando Perrado e Roberto Canibaz, quest'ultimo studiava medicina e sapeva quindi come maneggiare un corpo umano. Uno dei sopravvissuti descrisse molto tempo dopo a un giornalista questo momento con queste parole : “Fernando e Roberto, che studiava medicina, uscirono e dopo qualche minuto tornarono con dei pezzetti finissimi di carne. All'inizio fu orribile, qualcuno si rifiutò di inghiottirli. Erano congelati.” Canibaz e Perrado decisero a quel punto di andare alla ricerca dell'altra parte della fusoliera per vedere se erano presenti altri sopravvissuti o se ci fosse qualcuno che potesse salvarli, intrapresero una camminata forzata che durò 2 settimane, non trovarono l'altra parte della fusoliera ma sulla riva di un torrente in una valle nel cuore delle Ande c'erano due contadini che stavano controllando il loro bestiame, decisero di lanciargli un biglietto d'aiuto su cui scrissero: "Vengo da un'aereo che è precipitato sulle montagne, sono un uruguayano….” I contadini dopo aver letto il biglietto chiamarono subito i soccorsi, appena arrivati dove era la parte della fusoliera con i superstiti si trovarono davanti i 16 sopravvissuti che vennero portati immediatamente in salvo.

     CANNIBALI PER PERVERSIONE

     Psico-patologie che inducono al cannibalismo

    Non esistono vere e proprie psico-patologie che inducono a questa perversione ma la maggior parte delle persone che la pratico sono psicotiche. Il significato della parola psicosi è “malattia mentale o follia”.
Nel DSM-II questa malattia è stata spiegata con le seguenti parole: “ il termine va riservato ad individui sostanzialmente non socializzanti e il cui comportamento li porta ripetutamente in conflitto con la società. Sono incapaci di una significativa lealtà verso individui, gruppi o valori sociali. Sono grossolanamente egoisti, insensibili, irresponsabili, impulsivi e incapaci di provare colpa o di imparare dall'esperienza e dalla punizione. La tolleranza alla frustrazione è bassa. Tendono a biasimare gli altri o ad offrire plausibili razionalizzazioni per il loro comportamento.” La maggior parte delle persone affette da questa sindrome sono di sesso maschile, con un quoziente intellettivo medio-alto, e l'unico modo che hanno per interagire con le altre persone è usare l'aggressività. Uccidono e mangiano le parti del corpo della loro vittima riuscendo così a provare del piacere sessuale che non riuscirebbero a provare in altro modo. Gli piace il contatto con il corpo della loro preda ed è per questo che non usano mai armi da fuoco ma preferiscono usare coltelli, corde o corpi contundenti. Le armi da taglio vengono utilizzate perché prendono il posto del loro organo genitale con cui penetrano la vittima.
La schizofrenia è una delle altre sindromi di cui possono essere affetti. Gli schizoidi sono solitamente in stato confusionale , delirante e allucinatorio. Infatti non è raro che alcuni cannibali abbiano delle allucinazioni e siano convinti che gli sia stato detto di mangiare la carne umana da voci nella testa o da dio in persona. Un altro possibile morbo per questa pratica è la “sindrome di Renfield”, anche se è più riferita al vampirismo che al cannibalismo, essa si divide in tre fasi:

FASE 1- si manifesta durante l'infanzia, viene praticato auto-vampirismo, cioè ci si procurano delle ferite e si succhia il sangue che fuoriesce, durante la pubertà l'atto si accompagna da masturbazione.
FASE 2 – in questa fase si sviluppa la zoofagia, il desiderio di mangiare animali, o berne il sangue, solitamente la pratica è seguita da atti sessuali
FASE 3 – in questa fase la persona affetta da questa sindrome sente il bisogno di sangue umano, lo procura solitamente con il consenso della vittima ma se la vittima non è consenziente arriva a usare violenza arrivando anche all'omicidio.

Il 2 dicembre del 2003 si è aperto in Germania, per l'esattezza a Kassel, uno dei processi più raccapriccianti degli ultimi anni, l'accusato si chiama Armin Meiwes, soprannominato “il cannibale di Rotenburg”.

     La sua storia
    Armin nasce nel 1961, la mamma si chiama Waltraud Meiwes e il padre Dieter Meiwes. Vive con loro e due fratelli figli della mamma e di un altro uomo, a Essen-Holsterhausen, la loro vita va molto bene fin quando per colpa di varie liti che avvengono ormai tutti i giorni il padre non decide di separarsi dalla moglie e quindi andarsene di casa. Dopo poco tempo anche i due fratellastri abbandonano la madre per andare a vivere in altre città. A questo punto Meiwes rimane da solo con la mamma, lei si sente abbandonata e inizia a cambiare totalmente umore diventa molto fredda con chiunque ma soprattutto con il figlio, e si trasforma in una padrona che punisce il bambino in continuazione e gli nega qualsiasi cosa. Il padre continua a mandare regolarmente gli assegni di mantenimento me va a trovare il figlio molto raramente e il bambino inizia a sentire molto la mancanza degli uomini di casa. Armin è un bambino che ogni mamma vorrebbe come figlio: è intelligente, va molto bene a scuola ed è un bambino molto coscienzioso. L'unico suo difetto è che non riesce a socializzare con gli altri compagni ed è per questo che spesso e volentieri passa le sue giornate a giocare a casa da solo. Tutti i bambini lo prendono in giro e lo soprannominano “lo strambo” perché si veste in modo antico e strano, la colpa di queste prese in giro è da attribuire alla mamma che decide lei come il ragazzo deve vestirsi per andare a scuola. Tra gli 8 anni e i 12 Armin si crea un amico immaginario che chiama Frankie, con lui condivide le sue fantasie avendo la sicurezza che lui l'avrebbe capito, Armin si crea un mondo immaginario a cui fanno parte altri bambini, in cui è possibile uccidere e mangiare i propri amici. Questa fantasia è dovuta dal fatto che Armin si sente abbandonato dalle persone che lo circondano infatti un giorno spiegherà a Frank con queste parole queste fantasie: “Se mangio un compagno di scuola lui non mi lascerà mai. Avrò qualcuno che sta sempre con me. Mi sentirò sicuro, protetto, e non sarò più solo. Avrò qualcuno che è parte di me.” A 12 anni come tutti i ragazzi della sua età inizia ad avere un'attrazione nei confronti del sesso e abbina le sue fantasie antropofagiche a esso iniziando così ad eccitarsi al solo pensiero di poter mangiare un proprio amico. Queste fantasie però comprendono soprattutto gli amici maschi e molto raramente le femmine perché ha la convinzione che esse non vanno mangiate perché servono per mettere al mondo altri esseri umani.
A 16 si trasferisce insieme alla mamma a Rotenburg in una grandissima tenuta. A questo punto Armin inizia a trasformare le sue fantasie in cose più reali, smembrava le barbie come fossero vittime vere per poi cucinare la parti rimaste sul barbecue. Dopo le bambole pasò al marzapane, lo modellava cercando di fargli prendere la forme di persone umane per poi mangiarlo. I suoi gusti in ambito sessuale influenzarono molto i suoi giochi, prese a modellare il suo pene con il marzapane rimanendo poi lì a fissarlo. Modellò anche il marzapane facendogli prendere forme di cuori, fegati e stomaci umani. Non contento poi del marzapane iniziò a accostare pezzi di maiale con ketchup facendogli prendere la forma di parti smembrate per poi filmare e fotografare le sue opere d'arte. Entra nell'esercito a 18 anni per poi lasciarlo e frequentare un corso di informatica, grazie alle conoscenze che inizia ad acquisire a 29 anni apre una società di vendita medicinali on-line, con i soldi che guadagna inizia a comprare vecchie automobili che tiene nel giardino della sua tenuta trasformandolo in un enorme parcheggio. Chiude poi la società e va a lavorare come programmatore informatico in un'azienda. La mamma muore dopo una lunga malattia il 2 settembre del 1999, per Armin che aveva un fortissimo legame con la mamma fu un duro colpo e descrisse quel momento con queste parole : “ E' terribile.Ora sono solo al mondo, ho percepito chiaramente il momento in cui mia madre è morta, non ero a casa quando è venuta a mancare, ma ho sentito qualcosa irrigidirsi dentro di me.” Con la morte della madre trasforma la tenuta che dividevano in un santuario interamente dedicato a lei e inizia a girare per casa indossando i suoi vestiti e mettendo parrucche che ricordano i suoi capelli.

     Alla ricerca di una vittima
    Inizia ad avere un interesse molto forte nei confronti del cannibalismo, si informa anche della storia di questa pratica e di tutte le tipologie che esistono. Apprende tutte queste notizie da internet si collega però dall'ufficio quindi non ha la libertà di poter visitare tutti i siti che trattano l'argomento in piena libertà decide a questo punto di istallare internet a casa per poter visitare tutti i siti che vuole.. Da casa scopre centinaia di siti che parlano di cannibalismo, e scopre l'esistenza anche di chat-room che vengono frequentate da persone che hanno la sua stessa passione. Un giorno capisce che è arrivato il momento di attuare la sua fantasia, mette molti annunci per trovare qualcuno da mangiare, lo fa usando il nickname: “frankie”, uno di questi ha il seguente testo: “ Sono Frankie, dalla Germania e cerco un ragazzo tra i diciotto e i trent'anni, di costituzione normale che voglia morire. Vieni da me, ti squarterò e mangerò la tua carne arrapata.” Rispondono in 204 persone ma ben pochi arrivano a farsi mangiare veramente, tra di loro però c'è Jorg che dopo varie e-mail scambiate con Armin decide di mettere in pratica le fantasie di entrambi e si reca a casa del suo carnefice ma quando Armin finisce di legarlo ci ripensa e a quel punto Frankie lo lascia libero di andarsene perchè lui cerca solo ed esclusivamente persone consenzienti.

     La vittima perfetta
     Bernd Juergen Brandes vive a Berlino e anche se i genitori si separarono quando aveva 5 anni visse un'infanzia molto tranquilla e senza traumi, da grande intraprende la professione di programmatore informatico e riesce ad avere un posto nella Siemens. Ha varie relazione con svariate ragazze ma scopre poi di avere molto più interesse per gli uomini e inizia a cercare i suoi futuri compagni tramite internet, un giorno conosce Renè e se ne innamora perdutamente, è un bel ragazzo molto dolce e soprattutto lo ama. Ma Renè non è veramente quello che cerca, lui cerca altro, ha un grande interesse nei confronti del sadomasochismo e inizia a cercare altre persone che possano aiutarlo a rendere reali le sue fantasie, lo fa inizialmente andando con persone a pagamento e durante i rapporti chiede insistentemente che gli si morda il pene, si perché una delle sue più grandi fantasie è che gli si tagli l'organo genitale, che lui trova troppo ingombrante. On-line però si trovano persone disposte ad andare molto oltre di quanto possano fare i prostituti.
     Nel febbraio del 2001 vede un annuncio, l'autore è Armin Meiwes alias Frankie, era uno dei suoi tanti annunci in cui cercava persone da mangiare e Bernd rispose con la seguente e-mail: “ è da quando ero bambino che desidero essere ucciso e mangiato”. Per Frank, Bernd era perfetto ha finalmente trovato qualcuno che è degno di essere mangiato. Si scambiano qualche mail e foto, Armin gli invia anche una foto che raffigura il primo piano dei suoi denti. Dopo un mese di conoscenza via internet decidono insieme che è arrivato il momento che aspettavano, Bernd lo fa inviandogli questa mail: “ non c'è ritorno, per me; è un viaggio di sola andata che passa per i tuoi denti.” Il 9 marzo del 2001 finalmente Armin e Bernd si incontrano per affronatare il giorno più bello della loro vita. Bernd si alza molto presto con il suo fidanzato, Renè, che ancora dorme nel loro letto, cancella tutti i file e le mail che si era scambiato con Frank per non far sapere a nessuno cosa sta andando a fare e lascia in un file nel suo pc con dentro il suo testamento in cui nomina Renè suo unico erede a cui lascia la maggior parte del suo patrimonio. Si reca all'aeroporto e prende un aereo di sola andata per Rotenburg. Armin lo va a prendere all'aeroporto, mentre si dirigono nella “casa mattatoio” di Armin parlano molto di quello che sta per accadere, Bernd gli fa una richiesta; cioè di mangiare insieme il suo pene e poi avrebbe potuto fargli quello che più piaceva. Dopo essere arrivati a casa e aver passato la serata a fare sesso Bernd chiede al suo carnefice di castrarlo ma quando Armin arriva a mettere in atto la richiesta si tira indietro, a quel punto l'altro capisce che Frank non è in grado. Decide di tornare a casa e si fa accompagnare ,quando però arrivano alla stazione si danno un'altra possibilità e tornano a casa per concludere. Viene anestetizzato con dei sonniferi mischiati ad alcool ma prima di perdere completamente conoscenza chiede al suo compagno di fantasie di asportargli il pene prima che perda i sensi perché altrimenti non avrebbe senso farlo, vuole assistere all'atto e mangiare poi la parte del suo corpo che lui ritiene così ingombrante insieme al suo carnefice, Armin va in cucina a prendere un coltella che risulta poi essere poco affilato quindi non utile per quello per cui lo deve usare. Serve qualcosa di più grande e affilato, va a cercare l'arma e torna con una mannaia e un tagliere su cui stendere il membro rendendo più facile il taglio. Dopo vari colpi riesce a staccarlo totalmente.
     Il sangue inizia ad uscire in modo insistente ma per riuscire ad arrivare al loro obbiettivo, mangiare il membro insieme, devono fermare il sangue altrimenti Bernd rischia di morire per colpa di un'emorragia. Lo porta in bagno e dopo aver riempito la vasca lo immerge nell'acqua calda per bloccare il sangue e dargli un po' di calore. Perde quasi i sensi ma riesce dopo quasi un'ora a ritornare in sé anche se ancora rintontito dal troppo sangue fuoriuscito dalla ferita. Armin lo fa sedere su una sedia in cucina mentre lui frigge la loro cena tanto attesa, trovano la carne ottima e di buon gusto. Subito dopo la cena Bernd ricomincia a perdere i sensi e viene portato sul letto per sdraiarsi e attendere che la morte giunga, dopo un'ora perde i sensi,a quel punto Armin lo prende di peso e lo porta a morire nella stanza delle torture, la morte sopraggiunge dopo 9 ore di agonia ma prima di morire ringrazia il suo amico per avergli fatto passare il giorno da lui tanto sognato. Non è giusto che muoia senza una degna sepoltura e senza una preghiera, infatti a quel punto Frankie si inginocchia accanto alla sua vittima e recita la seguente preghiera: “Padre onnipotente, grazie per aver creato l'uomo che giace davanti a me. Grazie per avermi concesso di prolungargli la vita permettendo al suo spirito di vivere in me una volta che consumerò il suo corpo dopo la morte. Possa il mio amico avere una bella morte, possano i suoi parenti e i suoi cari continuare a vivere felici e contenti su questa terra. Berbd Juergen Brandes è stato, a quanto ne so, una brava persona, intelligente e gentile. Possa essere ricordato per quello che era. H scelto di farmi un grande dono e di questo gli sarò eternamente grato. Padre, perdona ciò che sto per compiere. Non so come ciò appaia aia tuoi occhi che tutto vedono, ma spero capirai perché lo sto facendo. Ti imploro di perdonare tutti i miei peccati e soprattutto quello che sto per commettere. AMEN”.
     Seppellisce le ossa nel giardino e la carne la taglia in vari pezzi per poi metterla nel freezer in vari sacchetti per congelarla e poterla mangiare nei giorno che seguono ricordando l'evento anche grazie alle videoregistrazioni che ha fatto di quella serata. Quando Renè si sveglia e non trova il suo compagno nel letto pensa che Bernd abbia avuto un impegno e si sia dimenticato di riferirglielo. La sera non vedendolo tornare chiama i colleghi dell'amante per sapere se è andato al lavoro ma gli rispondono negativamente e chiama a quel punto la polizia che non collabora molto e gli dicono di aspettare, tornando a casa nel pc di Bernd trova il testamento e pensa a un suicidio, continuando ad avere poco aiuto mette degli annunci su vari giornali sperando che qualcuno lo abbia visto.  

     Di nuovo a caccia
    Intanto Armin ricomincia a mettere annunci sperando di poter ripetere la serata, rispondo altre persone ma tutte quante arrivate nella stanza delle torture decidono di lasciar perdere ma un giorno inizia a scambiare mail con uno studente austriaco molto interessato all'argomento ma incredulo sul fatto che una persona possa arrivare a mangiarne un'altra, è incuriosito dopo varie mail Frank gli invia foto del mattatoio e a quel punto il ragazzo capisce che quell'uomo ha veramente mangiato qualcuno e va immediatamente alla polizia per denunciarlo. Armin dopo lo studente risponde a svariati annunci non sapendo però che sono agenti sotto copertura, alla polizia gli ci vollero 2 mesi per identificare Franky come Armin Meywes. Si presentarono a casa sua il 10 dicembre 2001, non ammette quello che ha fatto ma alla polizia basta osservare la sua casa per arrivare a capire , che le cose dette tramite internet a quel ragazzo non sono solo chiacchiere di un mitomane ma quella persona che hanno davanti ha veramente ucciso qualcuno. Troveranno in seguito 25 kg di carne umana nel frigo e in giardino dopo aver notato della terra smossa decidono di scavare trovando le ossa di Bernd.

     Il processo
    La prima giornata venne trasmessa in tutto il mondo giornali e tv non parlavano d'altro. Ci furono vari testimoni tra cui persone uscite vive da quella casa, gli psichiatri lo dichiararono sano di mente e Armin ne fu entusiasto di questa scelta visto che non reputava il cannibalismo una cosa da matti ma una pratica naturalissima. Il 12° giorno di processo il pubblico ministero Kholer, riconobbe che la vittima voleva morire ma la dichiarò insana di mente e quindi accusò Meiwes di essersi approfittato di lui. In Germania l'imputazione di omicidio volontario comporta una pena di 15 anni di reclusione. L'avvocato di Armin, Ermel, puntò all'omicidio su richiesta che prevedeva solo 5 anni di reclusione, per lui era una sorta di omicidio misericordioso. Il 13° giorno di processo parlò anche Armin dicendo: “ Al mio amico è piaciuto morire, la sua morte gli è piaciuta per lui è stata una bella morte. Bernd è venuto da me volontariamente per mettere fine alla sua vita”. Il 30 gennaio 2004 Armin Meiwes fu dichiarato colpevole di omicidio colposo e condannato a 8 anni e 3 mesi di reclusione, passibili di riduzione per buona condotta, tutti i presenti rimasero sconvolti davanti al verdetto che giudicarono troppo clemente. Per questo si ricorse in appello sperando di ottenere una pena più adeguata. Nel 2006 è stato processato di nuovo Meiwes sperando di ottenere l'ergastolo, e il 9 maggio finalmente è stato condannato al carcere a vita perché dichiarato pericoloso visto che aveva ammesso che appena uscito sarebbe tornato a pubblicare annunci in cerca di una prossima vittima.

     Serial killer cannibali
     Uno dei primi serial killer cannibale documentato dalla storia è Gilles De Rais, compagno d'armi di Giovanna D'Arco, che rapiva, uccideva, sezionava e poi mangiava bambini. E poi c'è la Contessa Bàthory , una sorta di Dracula al femminile, che uccideva giovani donne per poi berne il sangue convinta che questa pratica regalasse benessere al corpo e ringiovanisse la pelle.
     Più recentemente c'è stato Nikolai Dzhurmongaliev, un omicida seriale che dopo aver massacrato le sue vittime, preparava “gustosi” piatti etnici che offriva ai suoi sfortunati commensali.
Jeff Dahmer, passato alla storia come il mostro di Milwaukee, è uno dei più violenti serial killer della storia. Uccise, seviziò e tagliò a pezzetti almeno 12 persone e, durante il processo, ammise che mangiare i cadaveri procurava “un senso di totale controllo e aumentava l'eccitazione sessuale . Potevo fare con loro tutto quello che volevo. Ma non c'era odio in quello che facevo ”. E quindi, dopo aver accuratamente “depezzato” il cadavere della vittima, Dahmer prelevava le parti più “succulente” – cuore, fegato e bicipiti – e li cucinava in padella oppure alla brace gustandoli con salse per insaporirli, proprio come se fossero bistecche di carne animale.
     Già all'inizio del secolo scorso Sigmund Freud scriveva in Totem e Tabù che la pratica di mangiare carne umana di vittime corrispondeva ad un impulso di interiorizzazione e di appropriazione dell'altro. In realtà, spiega il padre della psicanalisi, la crescita del bambino nei primi anni di vita è scandita da una serie di fasi: la prima è la fase orale. In questo periodo il bambino si nutre dal seno della madre e quindi la suzione diventa fonte di vita. Nel comportamento cannibalico, l'appagamento di questo desiderio rimasto latente è esasperato e diventa l'unica modalità per instaurare un rapporto con l'altro. Francesco Bruno, docente di Psicopatologia forense all'Università La Sapienza , spiega che “ nei serial killer cannibali, gli impulsi normalmente presenti in tutti noi si ingigantiscono fino a diventare patologici. In molti serial killer – prosegue Bruno – questo tipo di comportamento patologico è irrefrenabile e ha la stessa radice di un qualsiasi comportamento affettivo che, mentre nella persona normale si esaurisce in un bacio o in morsetti affettuosi, in un individuo con disordini psicologici diventa un fatto da vivere fino in fondo ”. Infatti secondo Emilio Fava, della Clinica psichiatrica dell'Università di Milano “impulsi e fantasie cannibaliche fanno parte della struttura profonda della psiche umana. Si pensi alla madre che dice al bimbo “ti mangerei” o a certi comportamenti sessuali o affettivi connessi con il mordere”.
     Secondo il Dipartimento di studi psicologici dell'Fbi, la differenza tra i serial killer e i serial killer cannibali è che mentre i primi in genere progettano l'omicidio e uccidono con rapidità, i secondi sono più violenti ed efferati, adescano la vittima in maniera casuale e dopo averla brutalmente massacrata si accaniscono sul corpo sventrandolo.
Secondo Joel Norris, studioso americano dei serial killer, alla base del cannibalismo ci possono essere delle disfunzioni dell'ipotalamo, una regione del cervello che regola l'attività sessuale, dell'umore e di altre funzioni primarie dell'uomo, come mangiare e bere. Il cannibalismo sarebbe dunque causato da uno squilibrio ormonale che determina l'incapacità del cervello di misurare le proprie emozioni.

(articolo di Sharon Tedesco, corsista CEPIC)

 

 

 

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